Città di SAN BENEDETTO DEL TRONTO

Conosciamo i nostri vicini? Probabilmente sì, perché ci incontriamo tutti i giorni uscendo e rientrando a casa, perché abbiamo avuto bisogno di un piccolo favore, perché ne abbiamo volentieri fatto uno a loro. Le relazioni nascono da necessità, dunque, ma anche e soprattutto da un'esigenza insopprimibile di chiunque viva in un contesto sociale, meglio ancora di ogni essere umano.

Una constatazione così ovvia diventa invece un problema quando, sempre più spesso, il "vicino" parla una lingua sconosciuta, veste in maniera "strana" o ha il colore della pelle diverso dal nostro .

Perché questa diversità di atteggiamento? Noi pensiamo che alla base di tutto ci sia un problema di conoscenza. Lo sconosciuto fa paura, non in quanto tale, ma perché è qualcosa di diverso dall'identità che noi e il "nostro gruppo" ci siamo costruiti negli anni, nei secoli. E così, dinanzi agli impetuosi cambiamenti della composizione della nostra società, ci troviamo spesso impreparati, confusi.

Il rischio, come si sa, è che lo smarrimento e l'impreparazione cedano il passo a scorciatoie mentali, ad atteggiamenti se non proprio razzisti, sicuramente di esclusione ed emarginazione dell'"altro" .

La cultura e le arti possono aiutare a superare questi ostacoli: su tali basi da nove anni il Comune e il cineforum "Buster Keaton" propongono alla cittadinanza e a coloro che qui vivono, anche se nati in terre lontane, la rassegna di film Mondi Lontani, Mondi Vicini. Pellicole di qualità, molte pluripremiate, accomunate dal raccontare storie allegre, tristi, angoscianti o divertenti di persone che si spostano, che cercano contatti e confronti con altre persone, magari molto lontane dai propri luoghi di origine. Descrivendo, con la sensibilità e lo sguardo di valenti cineasti, le relazioni che nascono e si sviluppano tra i nuovi "vicini".

L'auspicio è che la visione di questi film aiuti tutti a riflettere su quanto sia importante conoscersi e capirsi l'uno con l'altro e a rendersi conto che questo è l'unico antidoto alle anacronistiche quanto pericolose "nostalgie identitarie" che, per fortuna, appartengono ad un passato oramai sepolto.