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Questo è il giardino più rappresentativo del clima del Piceno, le essenze sono quelle tipiche della macchia mediterranea. L'aiuola che lo separa dalla ciclabile verso sud è composta da Pitosforo nano frammisto a Santolina, seguiti dal Lentisco. In quella verso nord ritroviamo ancora il Lentisco, ma anche Rosmarino prostrato, Lavanda, Phillirea. Ci sono inoltre degli esemplari di Melograno nano. Spostandoci verso l'area verde, lo sguardo è calamitato da un'ansa di prato sulla destra, al di là della quale troviamo ancora Lentisco e due arbusti. Si tratta del Mirto da cui si ricava, tra l'altro, un ottimo liquore. Dietro a questi arbusti ci sono delle Sughere, alcuni esemplari di Melograno seguiti, poco più a sinistra, da un grande albero di Carrubo. Spostandoci con lo sguardo verso sinistra notiamo la Poligala e la Tulbaghia, entrambe a colorare di viola l'intera stagione estiva ed a fare da corollario all'imponenza dei due esemplari di Gelso. Scendendo gli scalini troviamo sulla destra alcuni Corbezzoli, dietro ai quali ci sono Lecci e Cipressi. Una curiosità etimologica ci arriva dai latini che battezzarono il Corbezzolo, Arbutus unedo, dove unedo sta per "ne mangio uno solo", evidentemente apprezzavano tale frutti ma con estrema moderazione.
A ridosso del muretto in pietra, ma dalla parte del mare, macchie di Cisto, e Cineraria, con le sue foglie argentate, sembrano ergersi al rango di piante spontanee. Il bel tappeto erboso è costituito da Paspalum, una resistente erbacea della famiglia delle graminacee. Restando nell'aiuola più bassa, dalla parte del mare e seguendo il sentiero in pietra, troviamo a sinistra, due Cipressi per arrivare sul lato nord, dove predominano gli Oleandri che ci accompagnano verso altri bellissimi esemplari di Ulivi.