Si è svolto alla Sala Consiliare del Comune di S. Benedetto del Tronto un incontro formativo sull’epilessia promosso dall’Assessorato alle Pari Opportunità del Comune di S. Benedetto del Tronto. L’iniziativa recepiva l’invito della coordinatrice della sezione Marche della Fondazione Epilessia LICE Onlus Nicoletta Foschi di dare risalto alla giornata mondiale dell’epilessia che si è celebrata per l’appunto il 13 febbraio scorso.
A relazionare è stato il Direttore dell’Unità operativa di Neurologia dell’Area Vasta 5 prof. Michele Ragno che ha fornito una spiegazione puntuale e chiara sulla natura dell’epilessia, sui vari tipi, sulla diagnosi e prognosi e sulle modalità di cura, illustrando le novità in materia di trattamento di questa patologia.
Ha aperto i lavori il sindaco Pasqualino Piunti che ha ricordato come questa subdola problematica, che colpisce l’1% della popolazione mondiale (500.000 persone in Italia, 25.000 nuovi casi ogni anno), sia oggetto di discriminazione tanto quanto la malattia mentale, con la quale è stata, soprattutto in passato, spesso confusa: ”Tra tutte le patologie l’epilessia, molto probabilmente a pari merito con i problemi di salute mentale- ha detto il Sindaco - ha il subdolo e vergognoso potere di marchiare a vita le persone”.
Dal convegno è emerso infatti che le persone affette da epilessia subiscono spesso la limitazione dei propri diritti anche quando sono guarite: nonostante la certificazione medica della guarigione, dichiarare pregresse crisi comporta difficoltà sociali e nelle ricerche di lavoro e questo induce i malati a tener nascosto il problema.
Come ha ribadito il dott. Ragno, il preconcetto è il vero stigma da rimuovere per fare uscire dall’ombra e clandestinità oltre 500 mila italiani. Diffondere una corretta conoscenza, soprattutto tra i datori di lavoro, è uno dei maggiori obiettivi da perseguire. A questo proposito, il dott. Ragno ha invitato i presenti a consultare un opuscolo informativo, reperibile sul sito www.aice.it.
L’assessore Antonella Baiocchi ha puntato l’attenzione sulla necessità di accompagnare alle cure mediche anche quelle psicoterapiche, che ancora oggi sono però ad appannaggio di una ristretta elite di persone con capacità economiche: “La nostra società è ancora impreparata ad accogliere la “diversità” e tende a credere alla propria natura come alla “normalità”, ritenendo impossibile che ne esistano altre con pari diritti. Chi è oggetto di discriminazione, più di altri, dovrebbe poter potenziare il proprio bagaglio di competenze psicologiche e relazionale attraverso un lavoro psicoterapico puntuale e costante che purtroppo oggi non è reso fruibile nel servizio sanitario nazionale”.