Con riferimento alle dichiarazioni del consigliere comunale Riego Gambini circa una presunta non conformità della sabbia utilizzata per il ripascimento del tratto nord dell'arenile di San Benedetto del Tronto, l'Amministrazione comunale ribadisce che l'operazione è stata condotta nel pieno rispetto delle norme e, in particolare, solo dopo aver ottenuto da tutti gli organi preposti, compresa l'Agenzia regionale di Protezione Ambientale delle Marche - ARPAM, i necessari nulla osta.
La presenza infinitesimale di salmonella in un solo punto di campionamento delle sabbie situate all'imboccatura del porto di Porto S. Giorgio fu riscontrata nelle analisi effettuate il 2 maggio 2012. Ciò non impedì all'ARPAM di Fermo di dichiarare quella sabbia di tipo A1, cioè compatibile con la destinazione per cui è stata prelevata. In ogni caso, la conferenza dei servizi chiamata a decidere sull'operazione (presenti rappresentanti della Marina di Porto S. Giorgio, società che gestisce il porto, Regione Marche, Capitaneria di Porto, Comune di Porto S. Giorgio e ARPAM di Fermo) convenne sulla necessità di dragare per primo il punto interessato, in modo da esporre per più tempo la sabbia agli agenti atmosferici. La sabbia, prima di essere trasportata a S. Benedetto, è stata dunque esposta per circa due mesi alla luce e al sole contro il tempo previsto dai parametri ARPAM di 10 giorni per considerare neutralizzato il potenziale patogeno della salmonella.
In ogni caso, la società Marina di Porto S. Giorgio ha fatto svolgere ulteriori, successive analisi sulla sabbia in questione da un laboratorio accreditato che hanno confermato la scomparsa della salmonella.
Non si può dunque che riportare, ancora una volta, il referto finale dell'ARPAM di Ascoli Piceno che afferma che "dai documenti di campionamento non si evidenziano caratteristiche organolettiche anomale né differenze significative tra la colorazione dei sedimenti del sito di provenienza e quello del sito di destinazione".
L'Amministrazione comunale intende tranquillizzare i frequentatori delle nostre spiagge e diffidare chiunque tenda con informazioni distorte e parziali, magari solo per cercare un po' di visibilità, a gettare sconcerto e allarme tra la popolazione e a danneggiare gravemente l'economia cittadina nel momento culminante della stagione turistica.