E' stato presentato, nel corso di una conferenza stampa in Municipio convocata dal sindaco Pasqualino Piunti, il Piano di comparto del porto redatto dagli uffici comunali (Dirigente del Settore Urbanistica Germano Polidori, Direttore del Servizio Pianificazione Gionni Tiburtini) che ha ricevuto ieri l’approvazione definitiva da parte della Giunta comunale.
Con questo strumento, l’Amministrazione comunale pianifica il recupero di quell’area a nord del bacino portuale delimitata a sud da via Dandolo (la via su cui si affaccia il lato nord del mercato ittico all’ingrosso) e a nord da via Pigafetta e comprendente le vie parallele Vespucci, Polo e De Gama (circa 10mila metri quadrati).
Si tratta di un importante strumento di attuazione del Piano regolatore del Porto, approvato dopo un lungo e complesso iter nel 2014, che ha tra gli obiettivi quello di aprire la zona portuale alla città pur mantendendo prioritaria la destinazione a servizio delle attività di pesca. Il Piano permette infatti di insediare tipologie di attività diverse, dando precise indicazioni sulle caratteristiche architettoniche dei tipi edilizi da ricostruire, lasciando libertà compositiva senza però compromettere il disegno finale dell'insediamento. Previste diverse tipologie di attività: servizi turistici (locali per spettacoli, locali per intrattenimento, locali per mostre ed esposizioni) e, con un limite di 250 metri quadrati di superficie, pubblici esercizi (bar, tabaccherie, ristoranti, pizzerie, pub), servizi al cittadino (uffici bancari, servizi alla nautica, uffici pubblici e privati, uffici di rappresentanza), attività commerciali alimentari e non alimentari. Ovviamente sarà possibile anche insediare o mantenere attività produttive di tipo artigianale, industriale e commerciale legate alla pesca.
Il Piano fornisce poi precise indicazioni su come vanno realizzati gli edifici, ad esempio sui materiali, sui colori e sui rapporti tra vuoti e pieni, le tipologie e i materiali da usare per le coperture e i rivestimenti delle pareti.
Ora tocca ai privati concessionari (l’area è infatti demaniale) darsi da fare decidendo di investire risorse ed energie in questa zona.