"Ho chiesto ed ottenuto un appuntamento urgente con il direttore dell'ufficio scolastico regionale, dr. Michele Calascibetta: ci incontreremo martedì prossimo e gli esporrò il gravissimo danno che rischia di subire la città di San Benedetto".
Così il sindaco Giovanni Gaspari ha dato seguito all'appello che gli hanno rivolto i genitori degli studenti dell'IPSIA che hanno frequentato il terzo anno delle sezioni Moda e Tecnico del Mare e che questa mattina si sono recati in Municipio per esporre al primo cittadino la situazione che si va delineando nell'istituto superiore cittadino.
Con una scarna comunicazione, infatti, le famiglie hanno ricevuto alla fine di giugno la notizia che gli organi competenti non hanno concesso all'IPSIA la formazione delle classi quarte dei due corsi per il prossimo anno scolastico perché non si raggiunge il numero minimo di alunni fissato dalla normativa. La conseguenza è che i ragazzi non potranno accedere al biennio finale dei corsi prescelti, a meno che non optino per proseguire gli studi in altre scuole che hanno corsi analoghi: se per la Moda esiste la possibilità di spostarsi a Fermo, per i tecnici del mare le alternative sono davvero impraticabili: gli istituti professionali che hanno questa specializzazione si trovano a Venezia, Salerno, Grosseto e Genova.
"Oltre al danno per questi ragazzi, che non possono terminare gli studi specialistici che avevano espressamente scelto in vista di importanti sbocchi lavorativi - spiega il Sindaco - c'è il danno che si procura ad una città che ha la vocazione marittima nel suo DNA. Nella crisi attuale, noi perdiamo in questo modo la possibilità di formare personale specializzato in un campo, quello della pesca e delle attività correlate, dove esistono interessanti prospettive occupazionali. Con il direttore regionale scolastico - è la conclusione di Gaspari - cercherò di capire che margini di manovra esistono anche per le scuole primarie di S. Lucia e via Damiano Chiesa le quali, per motivazioni in parte analoghe, rischiamo di non riaprire a settembre. Ma è certo che occorre la mobilitazione di tutti, a cominciare dalla Provincia che ha la competenza sugli istituti scolastici superiori, e dai nostri parlamentari, per invertire una tendenza che mina alla base la funzionalità della scuola pubblica".