Come da tradizione, questa mattina, lunedì 3 febbraio, festa di San Biagio protettore della categoria, l’Amministrazione comunale, in collaborazione con il Circolo dei Sambenedettesi, ha organizzato una cerimonia per ricordare le figure di funai, funaretti, canapini e retare.
Alla presenza degli studenti dei tre istituti scolastici cittadini, delle autorità civili e militari e di moltissimi sambenedettesi, compresi quelli che in gioventù fecero questa faticosa esperienza, il sindaco Giovanni Gaspari ha sottolineato l’importanza di ricordare la dura vita di uomini, donne e bambini che, per aiutare le famiglie, filavano la canapa e realizzavano reti per la pesca.
“Quando parliamo del lavoro di funaio, di canapino o di retara – ha detto Gaspari – parliamo delle radici della nostra città, della vita che gravitava attorno al porto, e rendiamo omaggio ad attività essenziali per la nostra pesca e quindi per la città tutta. Fino a pochi decenni fa, lungo l'Albula, si potevano ancora vedere ragazzini della vostra età – ha proseguito il Sindaco rivolgendosi agli alunni in sala – che giravano la ruota per aiutare la famiglia. Alcuni dei bambini di quel tempo oggi sono con noi per raccontarci la loro vita. Uno di loro era Giovanni Quondamatteo che poi seppe raccontare in splendidi versi quell’epopea e che oggi, a pochi giorni dalla scomparsa, ricordiamo con affetto e gratitudine”.
E proprio una poesia di Quondamatteo dal titolo “Vòta cì” (l’esortazione del funaio adulto al funaretto bambino a girare la ruota) è stata letta dalla presidente del Circolo dei Sambenedettesi Benedetta Trevisani mentre lo storico Gabriele Cavezzi ha ricordato Quondamatteo con una battuta che si scambiavano quando si incontravano: “Gli chiedevo: com’erano i sambenedettesi di una volta? E lui rispondeva: o andavano a mare o giravano la ruota”. Un pensiero che riassume tutta la durezza di una vita che non conosceva sconti.
Anche il Comandante della Capitaneria di Porto Sergio Lo Presti ha portato il suo saluto ai presenti invitando i ragazzi a studiare e a conoscere il mare e tutti gli aspetti ad esso legati, anche quelli della tradizione locale come, appunto, il mondo dei funai.
La parola è poi passata all’ex funaio e “Gran Pavese Rossoblù” Domenico Nico che ha voluto mandare un messaggio ai ragazzi delle scuole: “Da bambino ho lavorato sulla spiaggia e c’erano tante specie marine come le torpedini e i cavallucci marini che oggi non ci sono più. Il mare purtroppo è stato inquinato e molte sono scomparse, sta a voi giovani difenderlo e salvarlo rispettando la natura e la grande risorsa che possiede”.
La mattina si è conclusa con la recita della poesia “La settimana del funaio” di Ernesto Spina interpretata da Francesco Casagrande, attore dell’associazione teatrale “Ribalta Picena”. Quindi ragazzi e autorità sono stati accompagnati in una visita guidata alla scoperta degli strumenti di lavoro custoditi nel polo museale cittadino.
In ricordo della giornata, a tutti gli studenti gli ex funai Giuliano Zazzetta e Domenico Nico hanno regalato piccole reti da pesca nei colori rossoblù da loro realizzate.