Non sono serviti effetti speciali per raccontare "il Paese della Vergogna", ma solo la voce e l'interpretazione teatrale del giornalista Daniele Biacchessi che, con il suo reading, ha raccontato una delle pagine più tragiche del nostro Paese, partendo dalla morte dell'avvocato liquidatore della Banca Privata di Sindona, Giorgio Ambrosoli, passando per il giornalista Peppino Impastato fino a giungere all'anno 1992, con l'attentato a Giovanni Falcone, a Paolo Borsellino e alle loro scorte.
Lo spettacolo del vicecaporedattore di Radio 24 - Sole24ore ha rappresentato il nucleo della commemorazione delle stragi di 20 anni fa a Palermo voluta dall'Amministrazione comunale e svoltasi questa mattina al teatro "Concordia". In apertura, il sindaco Giovanni Gaspari ha invitato il pubblico ad osservare un minuto di silenzio in ricordo delle vittime del terremoto emiliano, delle stragi siciliane del 1992 e di Melissa Bassi, la giovane ragazza uccisa nell'attentato di Brindisi.
Nell'auspicare, come peraltro sta avvenendo, una risposta netta della società nei confronti di chiunque intenda colpire il mondo dell'educazione, il Sindaco ha ringraziato alunni, dirigenti e docenti per aver partecipato, nonostante il clima di notevole tensione, all'iniziativa. "Sono anni che amministro questa città ma, dinanzi a queste forme di sentita partecipazione, provo sempre una forte emozione: ringrazio per questo i rappresentanti delle forze dell'ordine e tutti coloro che servono lo Stato: oggi serve la coesione sociale, la mobilitazione nazionale contro le mafie, la partecipazione, ed è solo con queste armi che lo Stato può sconfiggere le ingiustizie".
Sulla stessa lunghezza d'onda il Prefetto di Ascoli Piceno Graziella Patrizi che ha sottolineato come la mafia non sia un fatto solo siciliano: "Ci sono ancora troppe luci ed ombre in queste storie - ha detto - ma per poter portare avanti la battaglia e poter vivere liberamente dobbiamo avere il coraggio di denunciare e vivere nella correttezza e nell'onestà".
"Come disse Falcone, la mafia non è affatto invincibile; è un fatto umano e, come tutti i fatti umani, ha avuto un inizio e avrà anche una fine. Piuttosto, bisogna rendersi conto che si può vincere non pretendendo l'eroismo da inermi cittadini, ma impegnando in questa battaglia tutte le forze migliori delle istituzioni". Così ha iniziato il suo intervento il sostituto Procuratore della Repubblica Ettore Picardi. "Sono parole di speranza che purtroppo, dopo vent'anni - ha proseguito - abbiamo bisogno di sentirci ripetere perché la mafia purtroppo non è stata sconfitta".
"E' un eroe chiunque si comporti da persona normale - ha concluso il magistrato - e che cerca di fare tutte le cose con dovere e rispetto. Falcone era una persona normale, ma era anche un eroe umano perché è andato fino in fondo, fin quando ne ha avuto la possibilità".