Il documento parte dalla constatazione che il settore risente in generale della crisi ma che una componente importante di tale situazione è costituita da un impoverimento delle risorse ittiche.
Per questo i due consiglieri chiedono che l'Amministrazione comunale si impegni per promuovere, insieme alla Regiopne e alle associaziopni di categoria, la costruzione di un sistema pesca che favorisca la tutela della risorsa, il reddito d'impresa e la promozione dell'ittico e del territorio nel quale questo si produce.
In particolare l'atto di Lazzari e Lorenzetti chiede che questo nuovo sistema abbia come cardini del proprio agire:
Per i due consiglieri è indispensabile "la rivendicazione di un ruolo ed un nuovo modo di gestione della pesca sambenedettese e marchigiana" nonché "un equilibrio delle risorse strutturali tra le zone di convergenza e fuori convergenza per permettere a tutti gli operatori di fare impresa in maniera equa senza penalizzazioni."
Per raggiungere tali obiettivi, il documento chiede che la Regione Marche si impegni a farsi promotore tra le regioni dell'area marina adriatica (Friuli, Veneto, Emilia - Romagna, Marche, Abruzzo e Molise) di una struttura di gestione che condivida regole comuni obbligatorie tra i soggetti del "Distretto di pesca". Un secondo importante passaggio dovrà essere il confronto e l'allargamento del Distretto alle realtà frontaliere come Slovenia, Croazia e Montenegro.