Un auditorium “Tebaldini” gremito come non mai ha accolto nella mattinata di sabato 5 marzo il prof. Eugenio Coccia, fisico di fama internazionale nato a San Benedetto e docente di fisica presso l'Università di Roma Tor Vergata.
Il Docente, Direttore del Gran Sasso Science Institute dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e già insignito del premio Truentum, è stato l'ospite di una conferenza pubblica, organizzata dal Comune e dall'Istituto di Istruzione Superiore Augusto Capriotti e che ha visto la presenza degli studenti dell'istituto scolastico organizzatore, del Liceo Scientifico “Rosetti” e del Classico “Leopardi”.
La lectio magistralis è stata introdotta dai saluti del Sindaco Giovanni Gaspari e della Dirigente scolastica Elisa Vita che si è soffermata sull'attuale problema della fuga dei giovani cervelli “made in Italy” all'estero, auspicando che i ragazzi presenti possano emulare quanto fatto dal prof. Coccia.
Le lezione è iniziata con un trailer riguardante un viaggio d'istruzione compiuto nel 2004 dal prof. Giuseppe Cappelli (già docente del “Capriotti”) con i suoi studenti presso il rilevatore interferometro di onde gravitazionali VIRGO di Cascina (Pisa) che undici anni dopo, nel 2015, avrebbe compiuto la prima osservazione diretta delle onde gravitazionali.
Nella sua relazione, il prof. Coccia è partito da tre elementi fondanti della fisica: l'osservazione di Galileo Galilei, le orbite dei pianeti di Isaac Newton e la teoria della relatività generale di Albert Einstein, nata 100 anni fa. Parole che hanno catturato l'attenzione di tutti i presenti su argomenti quali la velocità di fuga e il “buco nero”, regione dello spaziotempo in cui nulla dall'interno può uscire verso l'esterno.
Attraverso l'uso delle slide, il prof. Coccia ha reso accattivanti ragionamenti per loro natura complessi che hanno incantato il pubblico e soprattutto i tanti giovani facendo loro comprendere l’importanza per l’umanità di questa osservazione che non solo ha confermato quanto enunciato da Einstein, ma anche la teoria sui buchi neri. Un vero e proprio viaggio alla scoperta della nostra galassia, quello che ha condotto il prof. Coccia, che presuppone, ha detto, “di avere nuovi occhi, come nelle parole di Marcel Proust”.