Cerimonia istituzionale e lezione universitaria di altissimo livello: anche quest'anno, a San Benedetto, la "Festa della Repubblica" del 2 giugno è stata organizzata dall'Amministrazione comunale con vari momenti, culminanti nella consegna della Costituzione italiana ai ragazzi di tutto il comprensorio, che nel corso dell'anno compiono 18 anni. L'inizio alle ore 10,30 con la deposizione delle corone di alloro ai tre monumenti ai caduti: quello nella sede dell'Associazione Nazionale Marinai d'Italia in viale Pasqualini, e i due in viale Secondo Moretti.
Autorità e cittadini si sono poi trasferiti alla Palazzina Azzurra, dove il sindaco Gaspari ha fatto gli onori di casa ringraziando gli intervenuti e pronunciando un discorso sul profondo significato della ricorrenza del 2 giugno, anniversario del referendum monarchia/repubblica e delle elezioni per l'assemblea Costituente, svolti in un'unica data nel 1946, e prima occasione in cui le donne italiane furono ammesse al voto. Il sindaco ha poi passato la parola all'ospite di quest'anno, il prof. Nicola Tranfaglia, delle Università Luiss di Roma e di Torino.
Alla cerimonia hanno preso parte, oltre alle autorità rappresentanti tutte le forze militari e di polizia e le associazioni combattentistiche e d'arma, anche il vicepresidente della Provincia di Ascoli Piunti e l'assessore provinciale Gabrielli, il consigliere regionale Perazzoli e alcuni sindaci del comprensorio: De Angelis (Cossignano), D'Erasmo (Ripatransone), Stracci (Monteprandone), ognuno dei quali, al termine della cerimonia, ha consegnato copia della Costituzione ai ragazzi provenienti dai rispettivi Comuni. Gli interventi musicali sono stati a cura del Corpo Bandistico "Città di San Benedetto del Tronto", accompagnati dalle majorette.
«Dobbiamo essere orgogliosi della nostra Costituzione», ha esordito Tranfaglia, che è tra i più autorevoli storici italiani, «Nel 2000, infatti, essa fu scelta come base per la Carta dei diritti dell'Unione europea, tanto avanzati sono i princìpi in essa enunciati. E non princìpi astratti, perché la Costituzione dice anche che il progresso sociale deve essere reale, non solo formale. Non c'è democrazia ma populismo, se chi vince le elezioni pensa di poter fare quel che vuole, arbitrariamente. Al contrario, dobbiamo lavorare per attuare la nostra Costituzione e i suoi contenuti, anche rispetto alla libertà di stampa enunciato all'art. 21, rimuovendo i conflitti di interessi».
«Fa particolarmente piacere che il Comune di San Benedetto consegni la Costituzione ai diciottenni», ha aggiunto il professore, «Essa deve essere infatti la prima lettura dei nostri ragazzi, così come in altri Paesi del mondo, per esempio in Finlandia, esiste un insegnamento di educazione civica e costituzionale per cinque anni. Ogni legge può cambiare, ma non la prima parte della nostra Costituzione, per la quale si sono battuti e sono morti ragazzi e uomini che hanno fatto l'unità d'Italia e la Resistenza, e che si sono opposti al fascismo, dal giovane Mameli, a Carlo e Nello Rosselli, allo stesso Giacomo Matteotti. La "partecipazione" dei cittadini alla vita politica parte da qui, indipendentemente dal partito politico che si sceglie, ma sempre con entusiasmo e interesse per il progresso dell'intera comunità».