Si è svolta giovedì 25 luglio, presso la sede dell’Università di Camerino a San Benedetto del Tronto, la prima riunione del tavolo di lavoro per il Contratto di zona umida dalla Riserva Sentina.
Le attività per arrivare alla stesura e alla firma del Wetland Contract della Sentina, sono finanziate con un progetto Interreg Italia Croazia denominato CREW.
Il progetto mira ad assicurare un maggiore coordinamento tra i diversi livelli di pianificazione territoriale e le autorità preposte alla gestione delle zone umide, limitando al contempo i conflitti tra le questioni di conservazione del patrimonio naturalistico e le attività economiche che insistono su quelle aree.
All’incontro, oltre ai rappresentanti del Comune di San Benedetto del Tronto, ente gestore della Riserva, erano presenti i rappresentanti del comune di Ascoli Piceno (proprietario di gran parte dell’area), della Provincia di Ascoli e Teramo, la Regione Marche, molteplici associazioni che operano nel territorio, oltre ovviamente a tutti i rappresentanti delle Università e delle scuole primarie sambenedettesi.
Hanno partecipato anche rappresentanti dei carabinieri Forestali e della Capitaneria di Porto.
Ovviamente tutti gli enti con competenza sulla gestione delle acque hanno mandato un proprio rappresentante (Distretto Appennino centrale, ATO5, CIIP spa, ARPAM), così come il Consorzio di Bonifica Marche. Per un totale di oltre 30 soggetti intervenuti. A seguito del pomeriggio di attività è stato deciso di coinvolgere ulteriori soggetti territoriali, in particolare provenienti dalla Regione Abruzzo, nei prossimi tavoli di lavoro.
I relatori, annoverati fra i maggiori esperti della materia, si sono succeduti per descrivere le maggiori esperienze in campo nazionale ed europeo. Dopo i saluti delle autorità locali, sono intervenuti il Prof. Andrea Catorci di UNICAM che guida l’Osservatorio CREW sulle zone umide costiere in Italia e Croazia; l’Arch. Massimo Bastani di Ecoazioni, che ha introdotto il Contratto di Fiume della Sentina ed il Prof. Riccardo Santolini dell’Università di Urbino che ha presentato la buona pratica del Contratto di Fiume del Marecchia.
Il tavolo tecnico, che si riunirà altre 5 volte nei prossimi mesi, a partire da Settembre, ha come obiettivo quello di arrivare alla firma di un contratto di area umida entro il 2020. Tale contratto è uno strumento volontario di programmazione strategica e negoziata che persegue la tutela, la corretta gestione delle risorse idriche e la valorizzazione dei territori fluviali unitamente alla salvaguardia dal rischio idraulico, contribuendo allo sviluppo locale.
Alla fine dei mesi di lavoro tutti i soggetti coinvolti arriveranno alla condivisione di un Documento d’intenti contenente le motivazioni e gli obiettivi generali, stabiliti anche per il perseguimento degli obblighi cui all’articolo 4 della direttiva 2000/60/CE e delle direttive figlie, le criticità specifiche oggetto del contratto di area umida e la metodologia di lavoro, condivisa tra gli attori che prendono parte al processo.
I soggetti aderenti definiranno un Programma d’Azione condiviso e si impegneranno ad attuarlo attraverso la sottoscrizione di un accordo.