Ass.ne culturale I luoghi della scrittura
Per il ciclo "Natale con gli autori ", sabato 15 dicembre, alle ore 17,30, nella sala della Poesia di Palazzo Piacentini, Elena Polidori presenta il libro "Amatrice non c’è più. Ma c’è ancora". Conversa con la scrittrice Letizia Guidi L'iniziativa è organizzata dall'associazione "I luoghi della Scrittura", dalla Libreria "La Bibliofila" con il patrocinio ed il sostegno dell'Amministrazione Comunale.
Elena Polidori, giornalista, ha seguito in tutto il mondo per la Repubblica i grandi fatti dell’economia italiana e internazionale. Attualmente cura per Affari e Finanza, il supplemento del lunedì, la rubrica Oltre i numeri. Ha scritto per Longanesi Via Nazionale. Splendori e miserie della Banca d’Italia. È nata e vive a Roma, è sposata e ha due figli.
IL LIBRO Amatrice, agosto 2016, sesto grado della scala Richter: da allora la città vive in altro modo. Nel ricordo, nella fantasia, nel dolore, nel vuoto. «Quella notte – ore 3,36 – ero lì con marito, figlia e cane. La scossa, la paura, la fuga, la casa lesionata e poi venuta giù con gli affetti e le sicurezze di un’intera vita, qui a Poggio Vitellino, una delle 69 frazioni di Amatrice: una ventina di anime d’inverno, dieci volte tanto d’estate, un’oasi persa per sempre. Ci siamo salvati, ma è una salvezza che assomiglia a un’altra realtà».
Questo libro cerca di ricordare la realtà precedente, più vera di quella delle macerie. E si interroga su quel “per sempre”, cui non danno risposte né la terapia post traumatica, né le cronache degli spettacoli di solidarietà, né la speranza della ricostruzione. La risposta sta invece nella memoria che accerchia, accarezza e attraversa ciò che non esiste più. Questo è dunque un libro terapeutico, sconsolato e a suo modo perfino istruttivo. Parla di un piccolo lembo d’Italia, crocevia di tradizioni e sapori fra Lazio, Umbria, Abruzzo e Marche: un cratere di natura, di civiltà e di memorie annientate.
Amatrice era un posto bellissimo, e forse continuerà a esserlo se gli dei e gli uomini sapranno tenerlo ancora nel cuore. Da quel poco che resta, le briciole ormai, può partire una rigenerazione che però tarda ad arrivare. Questo libro, infine, è un dono: per ricordare e per sostenere la rinascita di un luogo che non c’è più, ma c’è ancora. Perché il terremoto distrugge ciò che continua a vivere nell’anima.