È stato un gradito ritorno quello del vescovo brasiliano mons. Josè Luis Azcona a San Benedetto, dopo le visite del 1995 e del 1997.
In ogni circostanza la città ha mostrato grande solidarietà verso la popolazione di Marajò, nello stato del Parà, alla foce del Rio delle Amazzoni in Brasile.
Negli anni '90 si arrivò al varo di una nave-ospedale, oggi si punta ad aumentare il numero di adozioni a distanza dei bambini e a stabilire forme di collaborazione nel settore della pesca, per sconfiggere miseria e degrado.
Il sindaco Gaspari ha ricevuto il prelato, accompagnato dai volontari dell'associazione Croce del sud: sia italiani (don Francesco Ciabattoni, Ilario Persiani, Tommaso Maria Egidi, Gianmarco Capecci), sia brasiliani (la responsabile del centro di accoglienza a Marajò Mara Abreu, il presidente della Croce del sud brasiliana Francisco Furtado e sua moglie Ivanilde).
Non è stata soltanto l'occasione per ripercorrere le tappe di una collaborazione ormai sedimentata e collaudata negli anni (e all'incontro ha partecipato per questo anche l'ex sindaco Paolo Perazzoli), ma anche per ipotizzare aiuti sul versante delle attività economiche, e in particolare per ciò che riguarda lo sviluppo dell'attività di pesca.
Il vescovo Azcona, minacciato di morte dai narcotrafficanti della sua regione, ha riferito di una situazione drammatica per la miseria e il degrado che regna nella zona su cui esercita la sua prelatura (83 mila km quadrati per 300 mila abitanti). Ha anche ringraziato per le 110 adozioni a distanza sin qui attivate da San Benedetto e zone limitrofe, per il lavoro dei 25 volontari della Croce del sud in Brasile, coadiuvati dai 18 preti che egli coordina. In questi giorni è fitto il calendario di incontri del vescovo Azcona nel territorio di San Benedetto e nei centri vicini, comprese le scuole. Ma indubbiamente è anche saldo il legame che ormai unisce la Riviera al Brasile.
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