Successo senza precedenti, martedì 3 febbraio, per la terza edizione della "Festa dei funai", presso il Comune di San Benedetto: non soltanto per la crescente partecipazione di quanti hanno svolto il mestiere più tipico della comunità locale insieme a quello della pesca, ma anche per le novità che quest'anno venivano proposte.
All'esterno del Comune, infatti, era stato allestito un "sentiero del funaio", con tanto di ruota e dimostrazione pratica di come si svolgeva il lavoro, cui hanno assistito due classi della scuola elementare "Bice Piacentini", la 4ª C e la 3ª B.
Queste ultime, a loro volta, hanno animato la cerimonia nell'auditorium, recitando la poesia La settemane de lu fenare di Ernesto Spina, e cantando il brano Sinde, composto dall'insegnante Rita Spaletra, un momento musicale davvero molto suggestivo ed apprezzato dai presenti.
A seguire, Giovanni Quondamatteo ha recitato alcune sue poesie in dialetto sambenedettese, dedicate ai funai e agli studenti.
«Ci è sembrato un dovere recuperare una tradizione in passato così forte, dedicata all'anima profonda di questa città», ha detto il sindaco Gaspari nel suo saluto in apertura, «Ed è un segno confortante vedere stamattina l'auditorium colmo di giovani studenti nelle prime file, con tanti adulti e anziani alle loro spalle, che hanno costruito il presente a costo di grandi fatiche. Sin dalla prima edizione di questa ritrovata "Festa dei funai" abbiamo constato il grande orgoglio e la commozione di chi ha lavorato la canapa e dei loro familiari. È il caso di dire che per affrontare il futuro abbiamo bisogno di un forte ancoraggio alle nostre spalle».
Inoltre, l'assessore alla Cultura Margherita Sorge, Gino Troli e la presidente del Circolo Sambenedettesi Benedetta Trevisani hanno presentato il documentario in fase di realizzazione da parte dei fratelli Umberto e Marco Croci, sul mondo dei funai, con tante testimonianze divise in capitoli, dedicati all'infanzia del funaio, agli strumenti del mestiere, e ai luoghi o alla "mappa" dei punti di San Benedetto in cui tale lavoro veniva svolto.
Troli, in particolare, ha salutato la «felice intuizione di questa festa ritrovata», e ringraziato idealmente coloro che già nelle passate edizioni avevano raccontato questa epopea: da Gabriele Cavezzi nel 2007, a Renato Novelli e Domenico Nico nel 2008, allo stesso Nazzareno Grannò, che con l'aiuto di vari testimoni ha scritto alcuni anni fa il libro Vota cì!