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Conferenza stampa per la targa di Acquaviva Picena
"Sapèsse vive pe' le strade de Acquavève": lo storico Gabriele Cavezzi è partito da un verso di una poesia in sambenedettese per ricostruire lo stato d'animo dei sambenedettesi che erano sfollati ad Acquaviva nei giorni successivi al 27 novembre 1943, la data che segna la più grave sciagura vissuta dalla città nel corso della sua storia, ovvero il più pesante dei bombardamenti degli alleati, che determinò l'evacuazione totale della città, dopo le prime due zone in precedenza, come riportato anche dal prof. Ugo Marinangeli in un volume dedicato all'argomento (mentre un articolo sintetico dello stesso Marinangeli era stato pubblicato sul numero di aprile 2007 del BUM).
Giovedì prossimo, 65° anniversario di quell'evento, alle ore 11, presso l'istituto scolastico comprensivo "De Carolis" di piazza dei Patrioti Italiani 1 ad Acquaviva, verrà scoperta una targa in ricordo dell'ospitalità che i sambenedettesi ricevettero in quei mesi, fino al luglio 1944. La targa recita: "i Sambenedettesi, in fuga dai bombardamenti, riconoscenti nei confronti di Acquaviva Picena che li accolse fraternamente 27 novembre 1943 - 27 novembre 2008. La città di San Benedetto del Tronto". Alla cerimonia presiederanno i sindaci delle due città, Infriccioli e Gaspari, gli storici Cavezzi e Merlini, la preside della scuola, Silvia Giorgi, le due classi quinte e una quarta, la presidente del Circolo dei Sambenedettesi Benedetta Trevisani, la presidente della locale sezione della società "Dante Alighieri" Lina Lazzari.
«Ci è sembrato un atto doveroso, nei confronti degli acquavivani, della memoria storica, e in particolare dei giovani di oggi», ha commentato il sindaco Gaspari. «Abbiamo ormai fissato alcune date per sottolineare la memoria collettiva anche a livello locale, come il 3 febbraio festa dei funai, il 23 dicembre commemorazione di tutte le vittime del mare, nell'anniversario dell'affondamento del Rodi. In questa occasione, invece, sono sorprendenti alcune coincidenze, come il numero degli sfollati ad Acquaviva nel 1943, e degli evacuati che abbiamo avuto domenica in occasione del brillamento della bomba inglese risalente alla seconda guerra mondiale, forse proprio a quei gironi, ordigno che era equipaggiato con una spoletta costruita a Lecco, dove la Sambenedettese ha vinto l'ultima partita di campionato».
Toccante la testimonianza del sindaco di Acquaviva Infriccioli: «I sambenedettesi furono ospitati in tutto il territorio acquavivano, anche in campagna. E anche in casa mia, per alcuni mesi, passammo da 4 a 8 persone, in due stanze. Una solidarietà doverosa in un momento così tragico. Ai ragazzi della scuola elementare trasmetteremo un momento saliente della nostra storia locale».
La maggior parte dei sambenedettesi si riversò dunque ad Acquaviva, «e la strada in collina era percorsa da una folla, come nella scena di un film», ricorda ancora Cavezzi, «Il 27 novembre, al Paese alto, si salvò correndo sotto le bombe anche un ragazzo, che invocò San Benedetto Martire, dando seguito alcuni fa alla sua promessa: era Federico Contessi, che ha poi finanziato la costruzione della chiesa dedicata al santo, a Mar del Plata, dove emigrò».