Gli ultimi rilievi effettuati dalle autorità sanitarie in alcuni campioni di acque ad uso non potabile nel quartiere di San Filippo Neri hanno rivelato che la zona potenzialmente interessata dalla presenza in queste acque (non quindi quelle dell’acquedotto) di tetracloroetilene o PCE è più ampia di quella precedentemente monitorata.
Pertanto il Sindaco è stato costretto a firmare un’ordinanza che amplia il perimetro già definito in un analogo provvedimento del febbraio scorso e individua la porzione della parte nord del territorio comunale confinante con Grottammare (quartiere di San Filippo Neri) nella quale è vietato, per qualsiasi scopo, l’utilizzo dell’acqua prelevata dai pozzi privati e pubblici.
Per l’esattezza, il quadrilatero oggetto del provvedimento è così delimitato:
- a est dal confine comunale con il Comune di Grottammare, dal rilevato ferroviario fino al sottopasso di Via Doria, da Via Doria fino alla rotatoria di Via Morosini, da Via Morosini fino alla congiungente con il perimetro sud;
- a nord dal confine comunale (individuato a partire dal rilevato ferroviario dalla congiungente gli edifici di via Machiavelli n°14 , via Tommaseo n°80, via Gioberti n°6 (lato sud di via Petrarca del comune di Grottammare), Via Zuccoli n°42, Corso Mazzini n°277, Via Botticelli n°24;
- ad ovest da via Botticelli a partire dal n°24, da Via Del Ghirlandaio, dalla congiungente Via Del Ghirlandaio con Via Giotto, da Via Giotto, dalla congiungente di Via Giotto con Via Crivelli, da Via Crivelli, dalla congiungente di Via Crivelli con Via Fusinato, da Via Fusinato fino all’incrocio con via Guerrini;
- a sud da via Guerrini a partire dall’incrocio con via Fusinato, da Via De Carolis e dal suo prolungamento fino a Via Morosini.
Ricordiamo che il tetracloroetilene sostanza chimica che degrada lentamente in altri composti come la trielina, è contenuto in molti prodotti utilizzati come solventi per lo sgrassaggio, la pulitura di parti metalliche o la pulitura a secco di tessuti e, tra le caratteristiche di questa sostanza, ci sono la volatilità e la capacità di essere assorbito sia dalle radici di molte specie vegetali ed arboree sia dalle foglie delle piante a seguito della sua volatilizzazione.
Va ribadito comunque che l’acquedotto che serve le abitazioni dei cittadini non è coinvolto nella problematica. L’acqua che alimenta l’acquedotto e le linee di distribuzione dell’acqua destinata al consumo umano non hanno infatti nessun in contatto con le acque potenzialmente inquinate.
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