“Per il grande contributo che offre allo sviluppo della ricerca in un campo affascinante come la fisica delle particelle e per l’appassionata attenzione che dedica alla formazione dei giovani e alla valorizzazione delle menti migliori. Splendido esempio della capacità della gente italiana di farsi onore nel mondo, orgoglio della Città che gli ha dato i natali”: queste le motivazioni con cui la Commissione aggiudicatrice, composta dal Sindaco, dagli ex Sindaci e dai premiati delle edizioni precedenti, ha insignito del Premio “Truentum” il fisico Eugenio Coccia. La consegna è avvenuta nel corso di una cerimonia svoltasi questa mattina, sabato 21 dicembre, in sala Consiliare.
Alla presenza di numerose autorità (tra cui il presidente del consiglio comunale Marco Calvaresi, gli ex premi Truentum Gianfranco Mascaretti, Ferruccio Zoboletti e Antonio Guastaferro, il vice prefetto dott.ssa Aurora Monaldi), di una rappresentanza degli studenti dei licei scientifico “Rosetti” e classico “Leopardi e di molti cittadini, il sindaco Giovanni Gaspari ha esordito con il ricordo dell’ex Premio Truentum ed ex Sindaco Ugo Marinangeli, scomparso qualche settimana fa: “Ugo ci manca tanto, in particolare in questa occasione. Al premio Truentum teneva molto, lo considerava una sua creatura”. Poi, riferendosi al premiato: “Da tempo volevamo consegnare la massima onorificenza della città al prof. Coccia – ha dichiarato Gaspari – studioso di valore come testimoniato dal suo lungo curriculum ma, vista la sua “giovane” età, abbiamo atteso qualche anno. Siamo molto orgogliosi di averlo nostro concittadino. Qualche anno fa il Truentum fu assegnato al prof. Mandolesi, un altro illustre fisico. Evidentemente – ha scherzato – lo iodio marino genera menti particolarmente versate per questa materia. Oggi il piacere è doppio perché diamo ai nostri studenti l’opportunità di assistere ad una sua lezione”.
Coccia non ha deluso le attese con una “lectio magistralis” molto affascinante che ha tenuto alta e costante l’attenzione dei presenti: il fisico ha compiuto un fantastico “viaggio” nelle scoperte della fisica moderna partendo dalla nascita del sole, passando per la descrizione delle altre stelle, fino ad arrivare alla trattazione, sempre con termini semplici e suggestivi, dei buchi neri, dei neutrini e delle onde gravitazionali, argomento del quale attualmente il professore si occupa.
“In Italia abbiamo i migliori strumenti per studiare la fisica – ha dichiarato Coccia – molti dei quali sono custoditi nel laboratorio del Gran Sasso che ogni anno ospita 1.000 ricercatori di cui la metà provenienti dall’estero, dobbiamo esserne fieri”. Coccia ha anche raccontato la nascita della fisica contemporanea ad opera del gruppo di “ragazzi di via Panisperna” (Oscar D'Agostino, Emilio Segré, Edoardo Amaldi, Franco Rasetti ed Enrico Fermi, tutti all’epoca non ancora trentenni) che, guidati da Bruno Pontecorvo, scienziato ebreo con una vita incredibilmente avventurosa tra Italia, Stati Uniti e Unione Sovietica, protagonista di passi in avanti fondamentali per la scoperta dell’infinitamente piccolo.
E proprio riferendosi a quel gruppo di giovani, Coccia ha lanciato un appello affinché l’Italia torni a dare ai giovani ricercatori opportunità subito, quando sono creativi e produttivi. “Non offrirgliele – ha detto- sarebbe un crimine verso di loro e verso il Paese”.
Al termine è stato proiettato un video, realizzato dagli studenti dell’Istituto Tecnico Commerciale “Capriotti” guidati dal prof. Giuseppe Cappelli e montato dalla Fondazione Libero Bizzarri, che documenta una visita guidata all’Interferometro “Virgo” di Cascina in provincia di Pisa dove il prof. Coccia sta portando avanti i suoi studi sulle onde gravitazionali.
La cerimonia è stata allietata dalle esecuzioni musicali della Corale Polifonica “Giovanni Tebaldini” diretta M° Guerrino Tamburrini che ha eseguito pezzi natalizi, come “Quando nacque Gesù” e “Bianco Natale”, e brani in vernacolo come “Lu Neputille”, “Nuttate de Luna” e, per la prima volta, “Sammenedette mmine”, un canto alla cui composizione hanno collaborato tre sambenedettesi: il prof. Ugo Marinangeli, autore del testo letterario, il prof. Salvatore Pettini, autore della melodia, e il M° Guerrino Tamburrini, autore dell’armonizzazione. Una prima assoluta con la quale la corale e la città hanno voluto rendere omaggio al prof. Ugo Marinangeli.