Un momento dello spettacolo
Comune di San Benedetto del Tronto
AMAT /Associazione Marchigiana Attività Teatrali
con il contributo di
Ministero Beni e Attività Culturali | Regione Marche
con il sostegno di
BIM Tronto - Consorzio Bacino Imbrifero del Fiume Tronto
Il nipote di Rameau
di Denis Diderot
adattamento di Edoardo Erba e Silvio Orlando
con Silvio Orlando, Amerigo Fontani e Maria Laura Rondanini
scene Giancarlo Basili
costumi Giovanna Buzzi
regia Silvio Orlando
Silvio Orlando porta in scena uno dei testi più divertenti e brillanti del Settecento francese, capolavoro satirico, parabola grottesca di un musico fallito, cortigiano convinto, amorale per vocazione avvolto in un lucido cupio dissolvi. Ispirata alla vita di uno dei nipoti del più celebre clavicembalista e teorico francese, protagonista di qulla Querelle des Bouffons che vedeva contrapposti i partigiani della tragedia lirica di tradizione francese a quelli dell'opera buffa di provenienza italiana, il protagonista di questa commedia riesce in maniera paradossale, nella sua imbarazzante assenza di prospettive edificanti e nella riduzione della vita a pura funzione fisiologica, a ribaltare la visione del bene e del male, del genio e della mediocrità, della natura umana e delle possibilità di redimerla.
Rameau si è offerto attraverso i secoli come un nitido archetipo di libero servo, innocua foglia di fico per padroni a tolleranza variabile. Dietro la sua perversità si scorgono le paure del filosofo del perdere se stesso e i propri riferimenti etici nell'affrontare un primo embrione di libero mercato delle idee che intuiva stesse nascendo in quel turbolento e fervido scorcio di secolo.
Il nipote di Rameau manca dai nostri teatri dagli inizi degli anni Novanta, un ventennio di profonde mutazioni nella nostra società civile. Le contorsioni intellettuali di questo testo quindi assumono un nuovo impatto e motivi di divertimento. Trasformando l'arguto pamphlet di Diderot in una messa in scena in abiti moderni, Silvio Orlando, con la collaborazione di Edoardo Erba, riflette sul ruolo dell'intellettuale nel mondo moderno, sulla sua presunta autonomia e incorruttibilità. Al suo interno, possiamo trovare una riflessione sulla differenza fra cultura delle élite e cultura popolare e sulle ipocrisie e le ambiguità della nostra società civile.
Silvio Orlando ha creduto in un Rameau anti-eroe e lo vivacizza con un fuoco di fila di argomentazioni condite da pantomime esilaranti, divertendo il pubblico del tutto esaurito che lo applaude a scena aperta. (Toni Colotta, "Avvenire")