La locandina del film
Cineforum "B. Keaton"
In un piccolo paese del sud dell'Italia, tra gravine in disuso divenute il simbolo delle spose infelici che lì provano a porre fine alle loro vite, il fumo di una fabbrica che avvelena l'aria e l'ascesa di un politico locale (interessato più alle proprie tasche che al benessere dei suoi concittadini), l'amicizia dei due adolescenti Veleno e Zazà, diversi tra loro ma compagni in una squadra di calcetto locale, viene rivoluzionata dall'incontro con Annalisa (Aylin Prandi), ragazza selvaggia dal doloroso passato, di cui si mormorano le cose peggiori e di cui inevitabilmente entrambi si innamoreranno.
Una ragazza sul tetto della chiesa. Una visione o un'apparizione. Un volto sostituito a quello della Madonna dai ragazzi della squadra di calcio Cosmica che lo toccano prima di entrare in campo. È dentro il cuore di un Mito arcaico, quasi secolare, questo ottimo esordio nel lungometraggio di Pippo Mezzapesa, cineasta che già si era messo in luce con il documentario Pinuccio Lovero. Sogno di una morte di mezza estate. Tratto dal romanzo omonimo di Mario Desiati, potrebbe essere accidentalmente un diario di formazione. In realtà nella vicenda di Veleno, Zazà e Annalisa, così diversi così (in)consciamente legati, s'infiamma un cinema legato alla sua terra (la Puglia), e a un periodo (l'inizio degli anni 90) raccontato dai frammenti Tv di Non è la Rai e la canzone Scrivimi. Si sente addosso la polvere della terra e la luce assolata del cinema di Winspeare in un film che trascende la narrazione attraverso slanci continui che lo trasportano in una dimensione onirica. Difficilmente oggi in Italia, oltre alle opere di Antonio Capuano, l'adolescenza è stata portata sullo schermo con questa intensità. I tuffi in acqua riportano proprio a L'amore buio, mentre la partita è come la materializzazione di un frammento tra ricordo sfocato e desiderio. I ragazzi hanno la rabbia e i sogni di un film adolescenziale francese, mentre tra gli adulti emerge soprattutto Nicola Rignanese.