La locandina del film
Cineforum S.B.T. Buster Keaton
Nonostante la giovane età, Stephen è stato chiamato a essere uno degli addetti stampa del governatore Morris, candidato alla presidenza del Partito Democratico, durante le primarie in Ohio. Scoprirà a sue spese di come il mondo della politica sia attraversato da sotterfugi e mezzi illeciti.
Da anni George Clooney porta avanti una poetica artistica che rilegge insistentemente un'idea di cinema ideologicamente, eticamente e linguisticamente legata alla New Hollywood dei Settanta. The Ides of March è il suo lavoro che, assieme a Goodnight and Goodluck, mostra apertamente il rigore del solido cinema di impegno civile, fatto di indagine drammaturgica, recitazione e controllo della materia visiva, collegandosi apertamente alle opere di Alan J. Pakula in primis, ma anche di Redford e Warren Beatty. Amara riflessione sul cinismo e gli affari sporchi della politica americana, ancor più preziosa perché interna alla frangia politica (il Partito democratico di Kennedy, Clinton e Obama) notoriamente più progressista e aperta all'integrazione e al "sogno", il film filtra le proprie inclinazioni pessimistiche attraverso la figura di Stephen Meyers, talentuoso addetto stampa di Mike Morris, il Governatore democratico possibile nuovo candidato alla Presidenza. Sono tempi duri per il Partito democratico. È infatti in pieno fermento la battaglia interna per le primarie in Ohio che dovranno sciogliere ogni dubbio su chi dovrà misurarsi con il candidato repubblicano alla Casa Bianca. La lotta tra i due schieramenti è senza esclusione di colpi e Stephen dovrà presto decidere se rimanere dalla parte di Morris o passare a quella dell' "avversario". Il personaggio di Gosling, che sin dalla prima scena vediamo emblematicamente "esibirsi" su un palco, a provare le battute del discorso di Morris, occupandosi dell'allestimento scenico e tecnologico della conferenza come un abile tessitore di finzione e rappresentazione, è il fulcro prismatico su cui riflettere l'anima nera di una classe politica compromessa, intrisa di virtualità e artificio, in cui la reale voce d' America trova la propria incarnazione nella fragilità e nel corpo violato della Molly Stearn interpretata da un'intensa Evan Rachel Wood. Clooney racconta chirurgicamente la trasformazione di Stephen da giovane idealista a cinico politicante. E lascia pochissimo margine redentivo ai suoi protagonisti. We'll meet again dice la canzone di Vera Lynn, che ascoltiamo durante una scena di dialogo tra Stephen, la giornalista Ida e il braccio destro di Morris a inizio pellicola. La stessa canzone che quasi mezzo secolo fa accompagnava le esplosioni atomiche finali ne Il Dottor Stranamore di Kubrick. In fin dei conti anche The Ides of March è un film di guerra, magari senza esplosioni, ma con un'Apocalisse che incombe dietro l'angolo.