La locandina del film
Cineforum S.B.T. Buster Keaton
Parigi, anni '60. Jean-Louis Joubert (Fabrice Luchini), agente di cambio rigoroso e padre di famiglia "rigido", scopre che un'allegra banda di domestiche spagnole vive al sesto piano del suo immobile borghese. Maria, la ragazza che lavora in casa sua, gli rivela un universo esuberante e variopinto, l'opposto del suo ambiente educato e austero.
C'era il dubbio, quasi il sospetto, di un trattenuto accademismo in questa commedia sentimentale ambientata a Parigi all'inizio degli anni 60. Soprattutto quando vengono mostrati all'inizio, con una ripetitività metodica, gesti, sguardi, situazioni. Ma all'improvviso Le donne del 6° piano lascia intravedere la vitalità che si nasconde dietro le apparenze borghesi e brucia gradualmente quei freddi arredi curati, i vestiti di Sandrine Kiberlain e i colori neutri che si squagliano in un finale en plein air denso di una contagiosa nostalgia. La vita di Jean-Louis, agente di cambio e rigoroso padre di famiglia, cambia quando conosce un gruppo di cameriere spagnole che vivono al 6° piano del suo elegante palazzo. Philippe Le Guay porta sullo schermo un'altra danzante ronde di destini incrociati dopo Il costo della vita, grazie anche a Fabrice Luchini, sempre sospeso tra disagio e desiderio, che sa esprimere il suo imbarazzo anche con uno sguardo come André Dussolier. Si va ben oltre le chiusure letterarie di Il riccio e ci si spinge invece nelle zone dell'eleganza formale del miglior Leconte contaminata con l'ultimo Ozon di Potiche. La bella statuina: anche qui un vecchio album di fotografie si rianima grazie alle vivaci sonorità linguistiche che fanno da colonna sonora e si espandono nei silenzi.