Locandina
Uci Cinema (Palariviera)
Palma d'oro al Festival di Cannes 2017.
Si citano, in basso, alcune recensioni apparse sui quotidiani:
"Qui, al centro, c'è Christian, il direttore di un museo d'arte contemporanea costretto a fare i conti con gli accadimenti della vita privata (...) e gli obblighi della professione, dove però non ne indovina una (...). Ma più che le conseguenze psicologiche, dovrà fare i conti con una specie di Super Io del politicamente corretto, dove la comprensione dei diritti e della libertà altrui rischia di diventare un incubo da cui è impossibile fuggire." (Paolo Mereghetti, 'Corriere della Sera', 21 maggio 2017)
"Spiazzante commedia a fior di labbra (...). Più che la satira del mondo dell'arte (in fondo simile a quella di Sordi nelle 'Vacanze intelligenti'), colpisce il quadro di una frustrazione e di un narcisismo collettivi, continuamente sul punto di esplodere. Per almeno un'ora e mezza, il film fila su un tono azzeccato, con alcune gag memorabili (...). Poi però vuole colpire lo spettatore insistendo su una satira della borghesia facile e vecchiotta, e la tira in lungo per altri tre quarti d'ora affastellando episodi in maniera incoerente." (Emiliano Morreale, 'La Repubblica', 21 maggio 2017)
"(...) è un film che per via del suo ironico sguardo sul mondo mercificato e vacuo dell'arte contemporanea poteva rischiare la trappola dell'intellettualismo; e invece è una commedia umana intelligente, inquietante e spiritosa. (...) Come nelle pellicole precedenti di Östlund, emerge inquietante in 'The Square' il tema che nel borghese illuminato il tarlo del senso di colpa possa trasformarsi in un boomerang, scardinandone il sistema di contraddizioni. Rispecchiandosi in quel protagonista sullo scivolo del disastro a dispetto delle buone intenzioni, Östlund ci induce a fare altrettanto, prendendo atto di non essere pronti, come ci illudiamo, a perdere posizioni a vantaggio dei meno fortunati. Una o due scene potevano essere accorciate, ma era dai tempi di Buñuel che non avevamo un così corrosivo ritratto dall'interno del fascino discreto della borghesia. Claes Bang è un ottimo Christian, Elisabeth Moss conferisce scontrosa fragilità a una problematica giornalista, l'inglese Dominic West è attore di magnifica naturalezza; e il finale gratifica con le immagini di un «Quadrato» che, senza fumose pretese artistiche, configura un vero spazio di affiatamento e fiducia." (Alessandra Levantesi Kezich, 'La Stampa', 9 novembre 2017)
"Piacerà a chi sta cominciando ad accorgersi dell'esistenza di Östlund, uno svedese che si sta imponendo tra i più stimolanti del momento." (Giorgio Carbone, 'Libero', 9 novembre 2017)
"Delirante, barbosa commedia svedese, una sbobba intellettualoide da svenimento." (Massimo Bertarelli, 'Il Giornale', 9 novembre 2017)
"Non è un film facile, eppure ci si sta comodi. (...) una galleria di paradossali esempi, comici e drammatici, di riluttanza alla condivisione. Li asseconda un design d'inquadratura freddo, analitico, ironico, parafrasi estetica dell'immobilismo di cui si parla (struggente il bambino che rivendica l'onestà di Christian, fondamentale la performance dell'uomo-scimmia al ricevimento). Dunque, l'arte, forse non solo quella concettuale delle star di oggi, è incapace di aprirsi e aiutarci a vivere eticamente? Tra Buñuel e i fratelli Marx il film ribalta la domanda: abbiamo capito che la vita è arte, cioè etica? Surclassa 'La grande bellezza'. Destinato a perplessi rifiuti e calde adesioni." ('Nazione-Carlino-Giorno', 9 novembre 2017)
"(...) il film parla di arte e vita, di creazione e distruzione. (...) 'The Square' punta sullo straniamento del pubblico, sulla provocazione fine a noi stessi, sull'allontanamento dalla zona comfort dello spettatore, sul cinema quale terreno residuale e però privilegiato per riflettere, ridere e provare disagio, e ripetere la serie. Satira sociale, eterodossa commedia dell'arte e commedia umana, umanissima, 'The Square' è tante cose, ma lo si ammira ancor più per ciò che non è: banale, scontato, pastorizzato. Richiede un po' di pazienza per qualche lunghezza, qualche intorcinamento, qualche stracchezza, ma la quadratura del cerchio è preziosa, cruda e duratura: l'installazione deflagra, l'umanità barcolla, la scimmia nuda balla." (Federico Pontiggia, 'Il Fatto Quotidiano', 10 novembre 2017).