Comune di San Benedetto del Tronto AMAT Associazione Marchigiana Attività Teatrali
con il contributo di MiBAC Ministero per i Beni e le Attività Culturali Regione Marche
con il sostegno di BIM Tronto
Viola Produzioni
FRANCESCO PANNOFINO, EMANUELA ROSSI
BUKUROSH, MIO NIPOTE
il ritorno dei suoceri albanesi
di Gianni Clementi adattamento teatrale Edoardo Erba
con Andrea Lolli, Silvia Brogi, Maurizio Pepe, Filippo Laganà, Elisabetta Clementi
costumi Francesca Grossi
luci Gabriele Boccacci
regia Claudio Boccaccini
Lucio, consigliere comunale progressista; Ginevra, chef in carriera di cucina molecolare e la loro figlia diciassettenne Camilla; Corrado, colonnello gay in pensione; Benedetta, titolare dell’erboristeria sotto casa; Igli, albanese, titolare di una piccola ditta edile e Lushan, il suo giovane fratello, sono nuovamente gli “eroi” della nuova commedia di Gianni Clementi ideale sequel del precedente successo I Suoceri Albanesi.
Lucio e Ginevra sono appena tornati dall’Albania, reduci insieme a Corrado e Benedetta dal matrimonio riparatore di Camilla con Lushan, di cui è rimasta incinta durante i lavori di ristrutturazione del bagno di casa.
Ai dubbi per la scelta tanto azzardata della figlia si sommano le preoccupazioni per il suo futuro, l’annuncio delle imminenti elezioni comunali per Lucio, la notizia che il ristorante molecolare di Ginevra comincia ad accusare un notevole calo di clienti e il problema della imminente convivenza in casa con i novelli sposi.
L’impegno di acquistare e ristrutturare, tramite la ditta di Igli, l’appartamento sullo stesso pianerottolo, anche se economicamente importante, si prospetta come un’occasione unica, ma il rientro improvviso e anticipato di Camilla dal viaggio di nozze, disperata e sola, non fa che rafforzare i loro dubbi sulla fragilità della loro figliola e soprattutto di quell’unione.
Tutto sembra precipitare ulteriormente: Lucio non viene eletto e da ex-onorevole, per la prima volta in vita sua scopre di non saper fare, di fatto, niente. Lui e Ginevra cadono in una profonda depressione.
Le difficoltà riavvicinano molto la coppia ma, come recita il detto spagnolo “un bambino arriva sempre con il pane sotto il braccio”: la nascita del piccolo Bukurosh sembra sgombrare il cielo dalle nubi.
Un interno medio borghese, una famiglia che vede messa in pericolo la propria presunta stabilità ed è costretta a mettersi in gioco. Bukurosh, mio nipote vuole essere una divertita riflessione sulla nostra società, sui nostri pregiudizi, i nostri timori, le nostre contraddizioni, debolezze e piccolezze.