La copertina del libro di Sgarbi
A proposito del suo libro, scrive lo stesso Sgarbi: «È stato concepito per nasconderne un altro, per indicare alcune rotte principali e per evitarle e stabilirne altre proprie, tutte possibili e tutte legittime, inseguendo per esempio tozzi e agili montanari scolpiti nel legno nella Chiesa di san Martino a Cerveno, documenti di una storia dell'arte parallela rispetto a quella ufficiale che, Roma su Roma, da Bernini porta a Canova. Mentre nasconderemo, non senza stupore, l'opera di uno strano fotografo-antropologo interessato ai costumi popolari sardi: Ugo Pellis. Una scoperta preziosa, documenti fotografici di una civiltà recente e pur scomparsa, densi di vita, della verità della terra, del mondo pastorale, arcaico e non immortale. Meraviglie di fotografi e di miniature, di codici miniati, di coralli, di manoscritti. E nasconderemo Visso per colui che, interessato a vedere quadri del rinascimento marchigiano, scoprirà una rara serie di manoscritti leopardiani nei suoi versi più famosi. E così via. Per tutto ciò che menzioneremo in questo libro, qualcosa d'altro, non meno importante, sarà nascosto e potrà essere oggetto di un vostro nuovo viaggio, di una vostra personalissima cartografia del cuore. Se il viaggio è ritornare sui passi di altri in altri tempi in altre vite, rievocare, veder riemergere fantasmi, allora mettetevi in cammino, non siate pigri, perché dalla vostra meraviglia deriva la vita dell'arte, dei luoghi, del nostro paese, l'Italia delle meraviglie.»