La locandina del film
Cineforum "B. Keaton"
Durante la festa del suo settantacinquesimo compleanno, Claude racconta agli amici di una vita - Jeannie, Albert, Annie e Jean - che il figlio ha intenzione di portarlo in una casa di riposo e che l'idea non lo alletta di certo, intenzionato com'è a godersi la vita e la libertà fino all'ultimo dei suoi giorni. Poiché dopo un banale incidente anche la figlia di Jeannie, malata gravemente da tempo, sembra manifestare lo stesso proposito, i cinque anziani uniscono le loro forze e decidono di andare a vivere tutti insieme, dando vita a una piccola comune a cui si aggrega anche Dirk, un giovane studente tedesco di etnologia che sta preparando una tesi di laurea sull'invecchiamento.
Che la cosiddetta terza età rappresenti una fetta ormai consistente della realtà contemporanea, se ne è accorta da tempo anche la Settima Arte. La quale, da buona osservatrice, sempre più spesso sforna titoli sull'argomento, capaci di spiccare per l'ottima riuscita (pensiamo ad Amour di Haneke) o per il cast certo non più giovane ma ancora in forma (Potiche. La bella statuina). Dal canto suo, E se vivessimo tutti insieme? riesce a condensare entrambi questi valori aggiunti, proponendosi come una riflessione sulla vecchiaia dolce e rispettosa ma allo stesso tempo graffiante e per nulla intimidita.
Diretta da Stéphane Robelin, la pellicola riunisce infatti un parterre d'eccezione composto da Jane Fonda, Geraldine Chaplin, Claude Rich, Pierre Richard e Guy Bedos. Hanno tutti più di settant'anni e naturalmente si trovano ad affrontare le problematiche che ciò comporta. Da vecchi amici, decideranno però di farlo insieme, andando a vivere nella casa di una delle due coppie trasformata per l'occasione in una sorta di comune. Nonché in un coacervo generazionale da cui emergeranno, senza pudori né false reticenze, le diverse sfere (spesso sottaciute) che li riguardano, in particolare quella dell'emotività e della sessualità (si ricordi il pioneristico Settimo cielo di Andreas Dresen, 2008). Certo, trattandosi di over 70, l'happy end non può essere di quelli classici, ma ciò non toglie che il sorriso prorompa come un uragano.