“Maschere e colori di Rosa Maria” è il titolo della mostra delle opere di Rosa Maria Badalini che si apre sabato 18 febbraio alla Palazzina Azzurra (fino al primo marzo, orario 10-13 e 16-19 - lunedì chiuso).
La mostra ha come protagonista le atmosfere del mare e dei paesaggi che ci circondano, vissute attraverso le opere pittoriche della professoressa Rosa Maria Badalini, un’artista sambenedettese molto conosciuta in zona, nonostante la sua evidente riservatezza, per aver insegnato per 35 anni educazione artistica a generazioni di adolescenti.
La Badalini, soprattutto negli anni della pensione, si è dedicata alla realizzazione di quadri ad olio, acquerello e ritratti con sanguigna. Attraverso le sue opere, che ritraggono i suggestivi scorci dei bellissimi borghi piceni e le barche del porto di San Benedetto – scrive Janet Chiappini - si evince la maestria nell’utilizzo dell’arte della prospettiva. L’artista cattura e perpetua la realtà del momento con uno stile tutto suo, nelle opere ad olio utilizza una spatola, che preferisce al pennello, perché dona “freschezza” all’immagine ritratta; Rosa Maria è anche una fine ritrattista capace di esprimere, delineando le caratteristiche del viso con un gioco di luci ed ombre, l’interiorità della persona ritratta, soprattutto attraverso l’espressività degli occhi.
Esiste anche una Badalini artista delle maschere di Carnevale, alcune delle quali verranno esposte insieme ai quadri della mostra; una passione che nasce nella sua giovinezza attraverso l’esperienza dei gruppi mascherati con alcuni amici; usando la fantasia, l’inventiva, il talento per la pittura e l’arte del cucito, trasmessale dalla madre, ha incominciato a confezionare personalmente vestiti per sé e per il suo gruppo di amici, inventando nuovi soggetti dettati dal piacere di costruire immagini lontane dalla realtà e traendo l’ispirazione da leggende e miti, incontrati durante i diversi viaggi che ha compiuto nell’arco della sua vita, come la maschera di Tlaloc, ispirato al dio della pioggia peruviano o il diavolo bianco ispirato ad un rito voodoo a cui ha assistito a Cuba. A distanza di anni conserva con molta cura i suoi costumi con i quali, spesso, ha partecipato anche al Carnevale di Venezia, dove ha avuto modo di ammirare i bei costumi veneziani e di vedere che anche i suoi venivano apprezzati.
La mostra, patrocinata dall’Assessorato alla Cultura di San Benedetto del Tronto e coordinata dal consigliere comunale Brunilde Crescenzi, si avvale della preziosa collaborazione di Giorgio Mataloni, appassionato di arte e amico di vecchia data dell’artista che, dopo una breve presentazione, accompagnerà il pubblico in un percorso guidato della mostra che sarà suddivisa per ambiti tematici.