CAFFE' LETTERARIO
Antonio Lera
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Circolo dei Poeti e degli Artisti Benedetti nell’Anno 2010, unico nel suo genere ed istituito formalmente presso il Caffé Florian di San Benedetto del Tronto (6° Caffé d’Italia per importanza riconosciutagli dalle critiche nazionali del settore), con Amanti della Cultura in genere, Artisti in qualità di Ospiti fissi ed un Artista in Vetrina, operando in una prospettiva che sceglie la suggestione dei sentimenti, garante di libertà ed umanità, tesa ad espressioni emozionali autentiche, trasparenti, invitanti. È un libro di approfondimenti interiori, in cui l’esteriorità si trasforma e prende forma sempre e solo a partire dal dentro e suggella il diritto d’essere chiamato artista.
Grazie al suo lavoro, ANTONIO LERA ha avuto la fortuna di conoscere i personaggi che animano lo scenario culturale del nostro tempo, da ANGELO SAGNELLI, autore della Prefazione, curatore del Caffè Greco di Roma, di cui riportiamo alcuni passaggi: (Quando ho chiuso questa silloge ho immaginato Antonio nella sua stanza prima di addormentarsi. E ho posto sulla parete bianca che gli stava di fronte un quadro di un pittore importante raffigurante un paesaggio con una moltitudine di persone che percorrevano un lungo viale. Ma all’improvviso si è aperta la volta di quella stanza, e tutto l’universo è apparso della sua luminosità, ed io ho comparato la staticità di un quadro alla dinamica affascinante dell’universo…, a NINO SENFETT curatore delle Giubbe Rosse di Firenze, che ha incoraggiato la pubblicazione, a NATALE FINOCCHIARO, Scrittore, che cosi si esprime: (L’amore terreno non raggiungibile, le passioni deluse, le speranze vane, temi cari nelle sue passate raccolte, sono ormai superati…
Anche quando canta l’amore per la sua donna, Lera sembra rivolgersi più alla sua anima che ad una figura femminile… La felicità vagheggiata è a portata di mano, non più sogno impossibile da raggiungere, è dentro di noi, è ricerca dell’Assoluto pur nei gesti semplici “ ogni volta che abbracci qualcuno abbracci te stesso”. E’ il passaggio all’ultima parte della raccolta all’apparenza didascalica, nella quale l’Artista ci fa conoscere il suo cuore e le sue ”scoperte”. “Trova l’idea vincente/ e fa che sia tua”, sembra che ci dia dei consigli ma in realtà è a se stesso che si rivolge con slanci e stupori non più definiti), a Silvio Venieri, che dice: (Quali sono stati i caffè letterari più noti in Italia? Le Giubbe Rosse di Firenze, frequentato da Filippo Tommaso Marinetti, Carlo Carrà, Umberto Boccioni, Elio Vittorini, e sede della redazione di riviste rinomate: “La Voce”, “L’Italia Futurista”, “Frontespizio”. A Venezia, il Caffè Florian, ai cui tavoli sedeva John Ruskin, mentre Ernest Hemingway frequentava l’Harry’s Bar. Il Caffè Torino, amato da Cesare Pavese e Giulio Einaudi. Il Caffè San Marco di Trieste a cui Claudio Magris (che ha avuto modo di definire i caffè “un’accademia platonica” e “una specie di ospizio per gli indigenti del cuore”) ha dedicato un capitolo nel suo Microcosmi. Ma come dimenticare il Caffè Greco di Roma, il Gambrinus di Napoli e il Pedrocchi di Padova? Antonio Lera non si è sentito intimidito da una tradizione così imponente fatta di una teoria di luoghi e personaggi prestigiosi… Egli, lanciando i temi oggetto di approfondimento, originando spunti di riflessione, coordinando gli interventi dei presenti, funge da moderatore del cenacolo, così svolgendo una funzione maieutica, che si nutre anche attraverso la conoscenza della vita e delle opere degli ospiti che si alternano: pittori, fotografi, poeti, giornalisti e narratori. )